The Meraviglia
SensiUna giornata di meraviglie con A Gipsy In The Kitchen

Una giornata di meraviglie con A Gipsy In The Kitchen

Una giornata di meraviglie con A Gipsy in The Kitchen

Ci troviamo in un angolo bohémien alquanto segreto di Milano, vicinissimo al quartiere Ortica. Si respira aria di casa, arte, convivialità. Alice ci accoglie nella sua casa ricca di oggetti tra cui spiccano le ceramiche da cucina di una nota marca francese…

 

Ciao Alice, noi ti conosciamo online, come creatrice digitale con il nome di @agipsyinthekitchen. Raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro.

 

Alice: Ho lavorato per dieci anni come responsabile ufficio stampa e comunicazione ed eventi, nel settore moda. L’ultima collaborazione è stata quella con Stella McCartney. Ho lavorato con lei cinque anni, poi ho deciso che quel mondo non mi apparteneva più e ho dato una chance alla mia vera passione, cioè scrivere di ricette, scrivere della mia vita, dei miei viaggi, delle mie esperienze e soprattutto delle mie emozioni.

 

Sono convinta che quello che vivi come dolore un giorno sarà utile a qualcun altro e diventerà un manuale di sopravvivenza per altre persone. Quando cucino un particolare piatto, mi piace molto raccontare il mio vissuto, nel bene e nel male.

Da dove sei partita?

Alice: La prima cosa che ho creato è stato il blog, ero tra i primi esemplari del fenomeno food blogging e food writing in Italia insieme a Chiara Maci e Gnambox. In punta di piedi ho poi pubblicato il mio primo libro intitolato “Ricette dal Cuore”, un percorso emozionale, una camminata in Memory Lane di quando abitavo a New York. Le pagine parlano della mia infanzia delle donne della mia famiglia. È un racconto che va a toccare le corde più intime e private, una sorta di pretesto per citare tutti i cibi che mi hanno confortato, soprattutto quando ho avuto i miei heartbreaking. E quando ti si spezza il cuore hai bisogno di conforto.

 

In secondo luogo, ho conosciuto Alessandro, il mio ex compagno, nonché padre della mia bambina, con cui ho iniziato a collaborare a livello di fotografia e video. Abbiamo iniziato a impostare la nostra vita su uno stile di vita slow living, slow travel, e abbiamo dato il via al formato del “supper club” in Italia, proprio perché eravamo tornati da un viaggio.

 

Mi sono detta: perché non provarci?Quindi ho adottato i miei cani e ho continuato a scrivere. Ho scritto tutto, anche delle difficoltà nell’avere mia figlia. perché credo molto nella condivisione. Soprattutto, nella condivisione della verità, che è fatta anche di esperienze negative.

 

Ovviamente ogni pensiero corredato da ricette, perché ho sempre avuto un grande amore per il cibo. Non ho mai preteso di essere una chef, una blogger, che elargisce i segreti delle cucine più prestigiose.

 

Le mie sono ricette di cibo confortevole, di cibo che abbraccia, consola e fa gioire. Una cucina che coccola. E soprattutto ricette replicabili senza una grande preparazione.

Molto utile anche perché le persone possono realmente conoscerti grazie alle tue ricette. Se dovessi assegnare una caratteristica alla tua cucina?

Alice: La definirei così = Ricette vegetariane del conforto. 

E nel mio blog ho ovviamente introdotto anche una sezione per bambini, perché mia figlia è protagonista di ogni mio pensiero, così come  una parte di ricette per cani, perché ho due cani meravigliosi che sono per me come figli. All’inizio cucinavo quotidianamente per loro. Poi la vita e gli impegni ti portano a cambiare.

 

E attualmente li possiamo vedere qui vicino a te in letargo. Come si chiamano?

 

Alice: Baku e Brie, come il formaggio. Baku volevo chiamarlo Brioche in realtà.

 

Ed è anche color brioche.

Qual è il ricordo, che come un faro, ti porti dietro come legato alla cucina?

Alice: Mi ricordo di quando ero a “La prova del cuoco”, e feci questa pasta pere e gorgonzola. In più avevo dato un tocco di Yuzo per dare una nota agrumata. Mi piace molto mischiare ingredienti, aggiungere spezie, sapori. Ma mi ricordo che lo chef di casa mi bocciò la ricetta.

E in effetti il mio faro oggi è proprio la semplicità in cucina. Io volevo fare scena, e invece, la semplicità vince sempre.

 

Se dovessi scegliere una ricetta Parigina, quale sceglieresti? E che legame hai con questa città?

Alice: io ho vissuto a Parigi per lavoro. Leggenda narra che fui concepita proprio qui, per cui il mio amore per Parigi arriva fino ai giorni nostri. Una delle ricette Parigine che amo, soprattutto perché la condivido con la mia amica Arianna, founder di The Meraviglia, è il purè col tartufo accompagnato da un Kyr Royal dell’Hotel Costes. È una tradizione delle nostre, anche a Saint Tropez con 40 gradi all’ombra.

 

Pensi che lo stile bohémien ti rappresenti?

Alice: Parigi sempre. E mi piace, perché spesso tante persone mi dicono “sei molto parigina”. Forse per la mia frangia, rossetto rosso, il modo di vestire, lo stile. Le ragazze francesi in generale mi piacciono, hanno quella marcia in più, quel broncetto che io non so tanto replicare, ma che è irresistibile.

 

Hai anche un croissant tatuato sul braccio.

Alice: Sì ma io non farò mai la ricetta del croissant, quello al burro, quello parigino, perché lo amo talmente tanto che replicandolo non raggiungerei comunque i livelli di perfezione delle boulangeries.

 

Le tue ispirazioni?

Alice: Mia figlia. E le donne della mia famiglia. Quando intendo donne mi riferisco a parte del mio team, alle amiche più care. E mai come quest’anno mi sono sentita sostenuta da questa immensa forza femminile. Grazie alle donne ho superato un anno davvero difficile.

 

Che cos’è per te la meraviglia?

Alice: La meraviglia per me è trovare lo straordinario nell’ordinario, riuscire a rendere magico ogni dettaglio quotidiano, che vada dal cappuccino al mattino con la cannella, fino alla camomilla della sera.

Per me è fondamentale, sia nel lavoro che faccio di condivisione quotidiana, sia per mia figlia, trovare quel pizzico di meraviglia che rende magico il quotidiano.

 

Qual è il tuo “piatto Meraviglia?”Accompagnaci nel tuo viaggio dei sensi preferito.

Alice: La pasta al pomodoro e basilico. Nella sua semplicità racchiude tutti i sensi. Ti prende per il profumo intenso del pomodoro fresco, del basilico appena tagliato, della cipolla che soffrigge leggermente, dell’aglio che si sbollenta nell’olio. In più, io spremo anche sempre un pò di limone fresco, perché acido batte acido. Dall’udito, al tatto, alla vista…Si sentono i rumori del soffritto e poi ci sono i colori. Come il rosso del sugo, il verde del basilico…e infine quando scoli la pasta e la impiatti senti tutta la croccantezza e la meraviglia dei sapori.

Insieme alle magliette a righe, e al rossetto rosso, la pasta al pomodoro fa subito felicità. Quando arriva la bella stagione poi si irradia il profumo nell’aria perché apri le finestre e in giro per la strada senti il sugo che soffrigge.

Lo cantano anche i Coma Cose: “Resta qui e bruciami piano / Come il basilico al sole / Sopra un balcone italiano”.

 

Come scegli cosa condividere online?

Alice: Molti clienti pensano, sui social, di avere a che fare con una vetrina pubblicitaria, ma la mia battaglia è: se hai scelto il mio canale come tua vetrina, devi affidarti anche alla mia creatività. Molti clienti confondono ancora una collaborazione editoriale con i famosi “publiredazionali” degli anni Ottanta. Capisco le esigenze del brand, ma i content creator conoscono meglio il loro pubblico e sarebbe sbagliato imporre un linguaggio troppo formale su un prodotto. E’ giusto invece creare uno storytelling più di respiro.

 

Come vorresti che fosse la cucina del futuro?

Cucina vegetariana, e pensando all’alta cucina, a questa domanda associo gli chef, e vorrei più Chef vegani con Stelle Michelin.

Perché se tutti noi avessimo uno chef a domicilio che ci cucinasse vegano, tutti saremmo vegani. Non sentiresti l’esigenza nemmeno dei latticini.

 

Lasci un consiglio a chi volesse intraprendere il tuo percorso a livello content nel mondo del food?

Un consiglio banale e didascalico, ma reale: rimanere fedeli a se stessi, senza raccontare vite che non esistono. Il presente è sempre più interessante di finte artificiose realtà, fatte a favore di camera.

 

Grazie Alice.